Tibet: il Parlamento Europeo

Tibet: il Parlamento Europeo adotta la risoluzione che sollecita il governo cinese a considerare il memorandum, sulla effettiva autonomia per il popolo tibetano
Francesco Pullia Says:
di Marco Cappato
Il Parlamento europeo ha approvato oggi con 338 voti favorevoli, 131 contrari e 14 astenuti la Risoluzione che condanna ” condanna tutti gli atti di violenza ” e “sollecita le autorità cinesi a garantire agli esperti ONU di diritti umani e alle ONG internazionali riconosciute accesso senza restrizioni al Tibet”, considerando ” il Memorandum sulla effettiva autonomia per il popolo tibetano del novembre 2008 quale base per un dibattito sostanziale che conduca ad un cambiamento positivo e significativo in Tibet”.
Nel 50° anniversario della fuga del Dalai Lama dal Tibet, lo scorso 10 marzo, i deputati hanno dibattuto e votato in un emiciclo colorato dalle centinaia di bandiere tibetane distribuite dai militanti dell’intergruppo Tibet.
Ci sono due parole che si confrontano: la parola del regime cinese, che dice che il Dalai Lama è persona violenta a capo di violenti e che il Dalai Lama e il governo tibetano in esilio vogliono l’indipendenza di uno Stato nazionale tibetano contro l’unità territoriale cinese, da una parte. Dall’altra parte il Dalai Lama, il governo tibetano in esilio, sostengono invece che il loro metodo di lotta è quello della nonviolenza e che loro vogliono semplicemente una vera autonomia nella possibilità di mantenere la loro cultura, la loro tradizione, la loro lingua, la loro religione o le loro culture e le loro religioni. Questa linea è tradotta nel memorandum che gli inviati tibetani del Dalai Lama hanno presentato al regime cinese e hanno pubblicato e in questo memorandum ci sono scritte le loro richieste.
Quello che si chiede all’Unione europea a questo punto è di scegliere, di adoperarsi affinché emerga la verità sul fallimento dei negoziati, come chiede da tempo il Partito Radicale nonviolento e ribadisce oggi il PE.
Esprimo soddisfazione per l’ampio sostegno ricevuto alla proposta che ho avanzato insieme a Marco Pannella e al collega Oniszkiewicz. Devo però rimarcare l’inspiegabile posizione adottata dai Socialisti europei – con l’eccezione della delegazione italiana e di altri colleghi in dissenso dal gruppo – che prima si sono opposti al voto di una risoluzione, poi hanno negoziato un testo e alla fine hanno votato contro. Quello che il PSE ignora, o forse comprende fin troppo bene, è che è un gioco la libertà e la democrazia per oltre un miliardo di cinesi oltre che per il popolo tibetano.
Il testo della risoluzione_
Risoluzione del Parlamento europeo sul 50° anniversario della rivolta in Tibet e sul dialogo tra il Dalai Lama e il governo cinese
Il Parlamento europeo,

  1. viste le sue precedenti risoluzioni sulla Cina e sul Tibet, in particolare quelle del 10 aprile e del 10 luglio 2008,
  2. vista la dichiarazione pronunciata dal Dalai Lama dinanzi al Parlamento europeo il 4 dicembre 2008,
  3. vista la dichiarazione sul Tibet resa dall’Amministrazione statunitense e dall’Unione europea al vertice UE-USA del 10 giugno 2008,
  4. visto l’articolo 108, paragrafo 5, del regolamento,
  1. considerando che nel marzo 2009 ricorre il 50° anniversario della fuga del Dalai Lama dal Tibet e l’inizio del suo esilio in India,
  2. considerando che gli otto cicli di colloqui tra gli inviati del Dalai Lama e i rappresentanti del governo cinese non hanno dato esito e non ne è prevista la continuazione,
  3. considerando che il Memorandum sulla effettiva autonomia del popolo tibetano, prodotto su richiesta del governo cinese e presentato da inviati del Dalai Lama all’ottavo ciclo di colloqui nel novembre 2008 a Pechino, rispetta i principi alla base della Costituzione cinese e l’integrità territoriale della Repubblica popolare cinese, ma è stato respinto dal governo cinese in quanto considerato un tentativo di “semi-indipendenza” e “indipendenza mascherata”,
  4. considerando che il Dalai Lama ha fatto appello alla non violenza, è stato insignito del premio Nobel per la pace per il suo impegno e non chiede l’indipendenza del Tibet bensì la ripresa dei negoziati con le autorità cinesi, onde giungere a un accordo politico globale su un’effettiva autonomia, nel quadro della Repubblica popolare cinese,
  5. considerando che negli scorsi giorni le autorità cinesi hanno rafforzato la sicurezza in Tibet, impedendo ai giornalisti e agli stranieri di visitare la regione e cancellando i permessi già rilasciati agli stranieri, mettendo in atto una dura campagna repressiva nei confronti del popolo tibetano,
  6. considerando che un vasto numero di monaci del monastero di An Tuo, nella provincia cinese di Qinghai, sono stati arrestati il 25 febbraio 2009 durante una marcia pacifica in occasione del nuovo anno tibetano,
  1. sollecita il governo cinese a considerare il Memorandum sulla effettiva autonomia per il popolo tibetano del novembre 2008 quale base per un dibattito sostanziale che conduca ad un cambiamento positivo e significativo in Tibet, conforme ai principi enunciati nella costituzione e nelle leggi della Repubblica popolare cinese;
  2. invita il Consiglio ad accertare cosa sia avvenuto esattamente durante il negoziati tra la Repubblica popolare cinese e gli inviati di Sua Santità il Dalai Lama;
  3. invita la Presidenza del Consiglio, in occasione del 50° anniversario dell’esilio del Dalai Lama in India, ad adottare una dichiarazione che inviti il governo cinese ad avviare un dialogo costruttivo al fine di pervenire a un accordo politico globale e ad includere un riferimento al Memorandum sulla effettiva autonomia del popolo tibetano;
  4. condanna tutti gli atti di violenza, siano essi azioni da parte di dimostranti o repressione sproporzionata da parte delle forze dell’ordine;
  5. invita il governo cinese a rilasciare immediatamente e incondizionatamente tutte le persone che sono in stato di detenzione soltanto per aver partecipato a proteste pacifiche e a rispondere di coloro che sono stati uccisi o risultano scomparsi e di tutti i detenuti, indicando la natura delle accuse a loro carico;
  6. chiede alla autorità cinesi di garantire ai media stranieri accesso al Tibet, ivi comprese le zone tibetane al di fuori della Regione autonoma del Tibet, e di abolire i permessi speciali richiesti per l’accesso alla Regione autonoma del Tibet;
  7. sollecita le autorità cinesi a garantire agli esperti ONU di diritti umani e alle ONG internazionali riconosciute accesso senza restrizioni al Tibet, in modo che possano esaminare la situazione ivi vigente;
  8. sollecita la Presidenza del Consiglio a prendere l’iniziativa di inserire la questione del Tibet all’ordine del giorno di una riunione del Consiglio “Affari generali”, al fine di discutere il contributo dell’Unione europea alla ricerca di una soluzione per il Tibet;
  9. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, nonché al Presidente, al governo e al parlamento della Repubblica popolare cinese e a Sua Santità il Dalai Lama.

Risultato del voto degli eurodeputati italiani sulla risoluzione Tibet
+ (a favore)
ALDE: Cappato, Costa, Ferrari, Prodi,

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