Repubblica popolare cinese

Capo di Stato: Hu Jintao
Capo del governo: Wen Jiabao
Pena di morte: mantenitore
Popolazione: 1 miliardo e 336.300
Speranza di vita: 72,5 anni
Mortalità infantile sotto i 5 anni (m/f): 24/34‰
Alfabetizzazione adulti: 90,9%

  1. Difensori dei diritti umani
  2. Sistema giudiziario e processi iniqui
  3. Arresti e detenzioni arbitrarie
  4. Tortura e altri maltrattamenti
  5. Pena di morte
  6. Libertà di espressione
  7. Libertà di religione
  8. Regione autonoma del Tibet e zone tibetane circostanti
  9. Regione autonoma dello Xinjiang uiguro
  10. Regione ad amministrazione speciale di Hong Kong
  11. Regione ad amministrazione speciale di Macao
  12. Rapporti di Amnesty International

I Giochi olimpici di Pechino non hanno fatto che acuire la repressione nell’intero Paese portando le autorità a rafforzare il controllo su difensori dei diritti umani, osservanti religiosi, minoranze etniche, avvocati e giornalisti. In seguito alle protese e ai disordini scaturiti a marzo a Lhasa, il governo ha inizialmente detenuto oltre 1.000 persone. A fine anno erano centinaia quelle ancora agli arresti o di cui si erano perse le tracce. Le autorità si sono servite di una serie di episodi violenti che, secondo quanto asserito, sarebbero stati riconducibili a terroristi, per lanciare un giro di vite di ampia portata sulla popolazione uigura nella Regione autonoma dello Xinjiang uiguro (XUAR). Tortura e altri maltrattamenti hanno continuato a essere fenomeni diffusi. Le autorità hanno mantenuto uno stretto controllo sul flusso di informazioni, bloccando l’accesso a molti siti web, mentre giornalisti e utenti di Internet sono stati oggetto di vessazioni e incarcerati per avere espresso pacificamente le loro opinioni. Le autorità si sono sempre più spesso servite di forme punitive di detenzione amministrativa, come il sistema di “rieducazione attraverso il lavoro”, per ridurre al silenzio le voci critiche in vista dei Giochi olimpici.
Difensori dei diritti umani
Persone che avevano pacificante esercitato il loro diritto alle libertà di espressione, riunione e associazione sono rimaste a elevato rischio di vessazioni, arresti domiciliari, detenzioni arbitrarie e tortura e altri maltrattamenti. Familiari di attivisti per i diritti umani, bambini compresi, sono stati sempre più spesso presi di mira da parte delle autorità e sottoposti, tra l’altro, a lunghi periodi agli arresti domiciliari da parte delle forze di sicurezza. Anche gli avvocati che patrocinavano casi giudiziari delicati sono risultati a rischio; diversi di loro hanno visto revocata la licenza a svolgere la loro professione e altri hanno perso il lavoro. Alcuni avvocati sono stati specificatamente ammoniti dalle autorità a non assumere casi giudiziari delicati, compresi casi di tibetani arrestati durante i disordini nelle zone tibetane e di seguaci del Falun Gong.
*Chen Guangcheng, un attivista cieco e consulente legale, ha continuato a subire maltrattamenti in carcere. Egli stava scontando una pena a quattro anni e tre mesi di carcere dopo che aveva cercato di far chiamare in giudizio funzionari locali di Shandong per aver praticato aborti e sterilizzazioni forzate allo scopo di rientrare nelle quote di natalità. Sua moglie, Yuan Weijing, ha continuato a essere oggetto di vessazioni da parte della polizia, in particolare nel periodo antecedente le Olimpiadi di Pechino, ed è rimasta sotto stretta sorveglianza della polizia.
Sistema giudiziario e processi iniqui
Il sistema giudiziario è rimasto altamente esposto a interferenze politiche. I tribunali, l’organismo preposto ai procedimenti giudiziari (“procuratorato”) e la polizia sono rimasti sotto la supervisione del Partito comunista cinese. Le autorità hanno continuato a servirsi di disposizioni dalla formulazione vaga del diritto penale riguardanti la sicurezza di Stato e i «segreti di Stato» per ridurre al silenzio e punire i difensori dei diritti umani. Molte delle persone incriminate secondo le disposizioni riguardanti i «segreti di Stato» non hanno ricevuto un equo processo e, in linea con le norme di procedura penale, non hanno potuto beneficiare delle tutele accordate ad altri sospetti criminali in riferimento all’accesso a un legale e alla famiglia, e a sostenere processi a porte aperte.
Arresti e detenzioni arbitrarie
Le autorità hanno intensificato il ricorso a forme di detenzione amministrativa che consente alla polizia di incarcerare singole persone senza processo. Centinaia di migliaia di soggetti si trovavano in detenzione amministrativa, anche nei campi di rieducazione attraverso il lavoro, dove potevano rimanere detenuti anche per quattro anni senza processo. Centri di detenzione segreta nelle zone periferiche di Pechino, denominati “carceri nere”, stando alle fonti, hanno detenuto migliaia di ricorrenti (persone che avevano cercato di ottenere un risarcimento dalle autorità centrali per una vasta serie di vertenze che non erano stati in grado di risolvere localmente) prima di essere rimandati forzatamente nelle loro città di origine. I detenuti in detenzione amministrativa sono rimasti a rischio elevato di tortura e altri maltrattamenti. A novembre, il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura (CAT) ha richiesto alla Cina di «abolire immediatamente tutte le forme di detenzione amministrativa».
*A giugno, la polizia ha detenuto l’attivista per i diritti umani Huang Qi originario di Sichuan in quanto sospettato di «possesso illegale di documenti classificati come altamente segreti». La motivazione per la sua detenzione è rimasta oscura, ma è apparsa essere collegata al suo lavoro di assistenza alle famiglie di alunni della scuola primaria che erano deceduti nel crollo dei loro edifici scolastici nel terremoto di Sichuan a maggio. Le famiglie stavano cercando di ottenere un risarcimento dalla autorità locali in quanto ritenevano che la corruzione aveva determinato scarsi standard di costruzione. Huang Qi è stato trattenuto in incommunicado per oltre 100 giorni prima di poter incontrare per la prima volta un avvocato a settembre. A ottobre, egli ha rifiutato l’offerta delle autorità di rilasciarlo a condizione che abbandonasse il suo lavoro sui diritti umani. È rimasto in detenzione senza processo e senza poter accedere alla famiglia.
Tortura e altri maltrattamenti
Malgrado le riforme legislative, sono proseguiti nelle carceri, nelle stazioni di polizia nei campi di rieducazione attraverso il lavoro, e in altre strutture non ufficiali di detenzione, i casi d tortura e altri maltrattamenti. Difensori dei diritti umani, ricorrenti, tibetani, uiguri, seguaci del Falun Gong, cristiani e altri che avevano praticato la loro religione al di fuori dei canali ufficiali sono risultati particolarmente a rischio do tortura e altri maltrattamenti da parte delle autorità e di soggetti non meglio identificati.
Pena di morte
Durante l’anno le autorità hanno dichiarato l’intenzione di aumentare l’utilizzo dell’iniezione letale come metodo “più umano” di esecuzione piuttosto che il plotone di esecuzione. Amnesty International ritiene siano state comminate un minimo di 7.000 sentenze di morte e che abbiano avuto luogo 1.700 esecuzioni. Tuttavia, le autorità si sono rifiutate di rendere pubblici dati statistici nazionali su condanne a morte ed esecuzioni e la cifra reale è indubbiamente superiore.
A dicembre, la Cina ha votato contro una risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per una moratoria mondiale sulle esecuzioni.
Libertà di espressione
Il governo ha mantenuto uno stretto controllo sulla libertà di espressione. Utenti di Internet e giornalisti sono stati a rischio di vessazioni e incarcerazioni per aver affrontato questioni politiche delicate. All’incirca 30 giornalisti e altri 50 soggetti sono rimasti in carcere per aver postato le loro opinioni su Internet.
Due settimane prima delle Olimpiadi, le autorità hanno stabilito “zone di protesta” in tre parchi di Pechino dove le persone erano autorizzate a manifestare. Tuttavia, non si è avuta notizia di persone che abbiano ricevuto un’autorizzazione ufficiale a protestare e le zone sono rimaste vuote. Molte persone sono state detenute e poste sotto sorveglianza in relazione con la loro richiesta di poter manifestare la loro protesta.
Le autorità hanno sbloccato l’accesso a diversi siti web alcuni giorni prima delle Olimpiadi. Tuttavia, molti altri sono rimasti oscurati. A ottobre, le autorità hanno annunciato che le norme introdotte nel gennaio 2007 che allentavano i controlli sui giornalisti stranieri che coprivano le Olimpiadi sarebbero state estese a tempo indefinito.
Le autorità hanno interrogato e vessato molti firmatari di Carta 08, che proponeva un progetto articolato per fondamentali riforme legislative e politiche in Cina.
*A fine anno il firmatario Liu Xiaobo rimaneva in detenzione.
Libertà di religione
Persone che avevano praticato la loro religione al di fuori dei canali ufficiali, compresi cristiani, musulmani, buddisti e altri, sono incorse in vessazioni e persecuzioni. Le autorità hanno vessato, detenuto e spesso maltrattato membri di chiese domestiche cristiane non riconosciute, e confiscato o distrutto proprietà ecclesiastiche. Seguaci del Falun Gong sono stati tra i più perseguitati dal governo. Secondo quanto riferito, nel periodo antecedente le Olimpiadi di Pechino ne sono stati arrestati migliaia, e centinaia sono stati incarcerati o assegnati in campi di rieducazione attraverso il lavoro e altre forme di detenzione amministrativa dove erano a rischio di tortura e altri maltrattamenti che in alcuni casi ne hanno provocato anche la morte.
*Il 25 gennaio, Yu Zhou, un cantante folk molto noto, laureato all’Università di Pechino e, stando alle fonti, seguace del Falun Gong, è stato arrestato nel distretto di Tongzhou, a Pechino, assieme alla moglie, Xu Na, poeta e pittrice. Il 6 febbraio, le autorità del Centro distrettuale di emergenza di Qinghe hanno comunicato alla sua famiglia che Yu Zhou era deceduto o a causa del diabete o in seguito a uno sciopero della fame, sebbene la famiglia abbia sostenuto che era in buona salute al momento dell’arresto. Il personale del centro di emergenza si è rifiutato di accogliere la richiesta della famiglia di poter vedere il suo corpo e di far eseguire un’autopsia. Il 25 novembre, Xu Na è stata condannata a tre anni di carcere per «aver utilizzato un’organizzazione eretica allo scopo di minare l’applicazione della legge». La donna si è appellata contro la sentenza ed è a rischio di tortura e altri maltrattamenti in detenzione.
Regione autonoma del Tibet e zone tibetane circostanti
Le zone a popolazione tibetana della Cina sono rimaste strettamente sigillate dagli osservatori esterni in seguito ai disordini di marzo. Al di là dei pochi giorni iniziali, le proteste sono state in larga parte pacifiche. Tuttavia, le autorità hanno comunicato che 21 persone erano state uccise da manifestanti violenti e organizzazioni tibetane all’estero hanno riportato che erano stati uccisi oltre 100 tibetani. Mentre le autorità cinesi hanno annunciato che più di 1.000 persone detenuti durante le proteste erano state rilasciate, organizzazioni tibetane all’estero hanno calcolato che a fine anno erano almeno diverse centinaia quelle ancora detenute. Il loro numero esatto numero è stato difficile da determinare in quanto le autorità hanno negato l’accesso ai media e agli osservatori internazionali. Sono giunte segnalazioni di tortura e altri maltrattamenti in detenzione, in alcuni casi con esito mortale. I principali monasteri e conventi sono risultati essere di fatto chiusi sotto chiave. Le autorità locali hanno rinnovato la campagna di “educazione patriottica” che richiede ai tibetani di partecipare a sessioni critiche collettive del Dalai Lama e di sottoscrivere denunce scritte contro di lui. Anche membri tibetani del Partito comunista cinese erano nel mirino di questa campagna, che li ha tra l’altro costretti a togliere i figli dalle scuole comunitarie esiliate in Tibet, dove ricevevano la loro istruzione religiosa.
*Paltsal Kyab, un tibetano della provincia di Sichuan, è morto il 26 maggio, cinque settimane dopo essere stato arrestato dalla polizia in relazione alle proteste. Di 45 anni circa di età, Paltsal Kyab era stato presente alla marcia di protesa del 17 maggio nella municipalità di Charo, contea di Ngaba (Ch:Aba). I suoi familiari non sono stati autorizzati a visitarlo mentre era in detenzione e non hanno avuto notizie della sua situazione fino al 26 maggio quando due leader della municipalità di Charo li hanno informati della sua morte. Quando i familiari si sono fatti avanti per chiederne il cadavere, hanno riscontrato contusioni e vesciche da ustione su tutto il corpo, scoprendo più tardi che aveva lesioni interne. La polizia ha comunicato loro che era morto per malattia, sebbene i parenti abbiano sostenuto che era in buona salute prima di essere detenuto.
Regione autonoma dello Xinjiang uiguro
La popolazione musulmana uigura delle Regione autonoma dello Xinjiang uiguro (XUAR) nel nord-ovest della Cina ha subito crescenti persecuzioni. Le autorità si sono servite di una serie di episodi violenti, stando alle accuse collegati a terroristi, per lanciare una campagna repressiva di vasta portata. Secondo media ufficiali, quasi 1.300 persone sono state arrestate durante l’anno per terrorismo, estremismo religioso o altre accuse relative alla sicurezza di Stato, e 1.154 sono state formalmente incriminate e dovevano affrontare processi o pene amministrative. Il 14 agosto, Wang Lequan, segretario di partito dello XUAR, ha annunciato una lotta «all’ultimo sangue» contro il «separatismo» uiguro.
*Ablikim Abdiriyim, figlio dell’attivista per i diritti umani uiguro in esilio Rebiya Kadeer, è rimasto nel carcere di Baijiahu con l’accusa di «separatismo», per la quale fu condannato a nove anni di carcere nell’aprile 2007. Il 6 dicembre 2007, durante la prima visita concessa dall’inizio della sua detenzione, la sua famiglia lo ha trovato in condizioni di salute estremamente precarie. Le autorità del carcere avevano attribuito tale condizione a problemi cardiaci, lasciando intendere che avrebbe potuto peggiorare se si fosse rifiutato di «cooperare» o di «ammettere la propria colpa». Malgrado le continue richieste da parte della famiglia, le autorità si sono rifiutate di concedergli la libertà sulla parola per ricevere cure mediche.
Le autorità locali hanno mantenuto uno stretto controllo sulla pratica religiosa, proibendo, tra l’altro, a tutti i dipendenti governativi e ai minorenni al di sotto dei 18 anni dal recarsi in preghiera alla moschea.
*Centosessanta minorenni uiguri, di età compresa tra 8 e 14 anni, i quali vivevano e studiavano in una zona musulmana hui della provincia di Yunnan, stando alle fonti, sono stati arrestati dalla polizia inviata dal Bureau della pubblica sicurezza nello XUAR. Essi sono stati condotti a Urumqi e trattenuti nel carcere di Bajiahu. Secondo quanto riferito, dieci dei minorenni sono stati rilasciati dopo che i loro genitori avevano pagato 20.000 yuan (3.140 dollari USA). A coloro che non erano stati in grado di pagare è stato comunicato che i loro figli sarebbero stati incriminati per partecipazione ad «attività religiose illegali».
Secondo le segnalazioni, molte persone condannate a morte nello XUAR, alcune delle quali avevano ricevuto una sentenza di condanna con rinvio di due anni, sono state messe a morte nel corso dell’anno. Secondo le procedure legali interne, le sentenze di morte con due anni di rinvio possono essere commutate all’ergastolo se i soggetti dimostrano una buona condotta nei primi due anni. Fatta eccezione per un caso tibetano, lo XUAR rimane l’unica regione della Cina dove persone sono messe a morte per reati politici.
Regione ad amministrazione speciale di Hong Kong
A luglio, decine di migliaia di dimostranti hanno marciato per chiedere il miglioramento dei diritti umani, delle condizioni di vita della gente e una significativa partecipazione politica.
***Libertà di espressione e di riunione
Decine di attivisti, monaci buddhisti tibetani e seguaci del Falun Gong hanno visto negato l’accesso a Hong Kong prima del passaggio della torcia olimpica a maggio e prima e durante le Olimpiadi. Le restrizioni imposte dal governo sulle protese agli incontri sportivi equestri hanno limitato le libertà di espressione e di riunione.
***Rifugiati e richiedenti asilo
Malgrado la cooperazione tra il governo e l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, le leggi sull’immigrazione hanno continuato a consentire l’espulsione di richiedenti asilo, compresi minorenni non accompagnati, prima della determinazione della loro domanda di asilo. A novembre, il CAT ha espresso preoccupazioni per la mancanza di disposizioni legislative in materia di asilo e di una equa ed efficace determinazione dello status di rifugiato.
A luglio, la Corte d’appello ha sentenziato che l’imposizione della detenzione amministrativa senza una chiara spiegazione delle politiche e delle procedure di detenzione costituiva una violazione dell’art.5 della Carta dei diritti di Hong Kong. Ciò ha determinato il rilascio di centinaia di detenuti, compresi richiedenti asilo e soggetti a rischio di tortura in caso di rimpatrio nei loro Paesi di origine.
***Polizia e forze di sicurezza
Il CAT ha criticato la prassi della polizia di sottoporre automaticamente tutti i detenuti a perquisizione corporale. Dati ufficiali hanno indicato che tra luglio e settembre la polizia aveva condotto oltre 1.600 perquisizioni “a nudo”. Il CAT ha richiesto di limitare le perquisizioni corporali strettamente ai casi in cui queste siano chiaramente necessarie.
***Razzismo
La legislazione anti-discriminazione approvata a luglio non contiene garanzie di tutela sancite dalla Convenzione delle Nazioni Unite sull’eliminazione della discriminazione razziale cui Hong Kong è Stato parte. Il documento legislativo comprende eccezioni per molti provvedimenti amministrativi del governo, così come esenzioni per discriminazioni basate su nazionalità, cittadinanza, e residenza.
***Violenza sulle donne
A giugno, l’Ordinanza sulla violenza contro le donne è stata estesa a comprendere gli abusi per mano del coabitante attuale o ex e di parenti che non vivono sotto lo stesso tetto. Tuttavia, la violenza tra coppie dello stesso sesso e i danni a proprietà sono rimasti esclusi da provvedimenti di protezione.
Regione ad amministrazione speciale di Macao
Tra ottobre e novembre, le autorità hanno condotto una consultazione di 40 giorni riguardante un progetto di legge sulla sicurezza nazionale che vieta gli atti di «tradimento», «secessione», «sedizione» e «sovversione». A dicembre, il governo ha presentato il progetto di legge all’Assemblea Legislativa. Una vaga formulazione dei reati potrebbe condurre a un’applicazione impropria della legislazione da parte delle autorità per sopprimere i diritti alle libertà di espressione e di associazione.
Rapporti di Amnesty International
People’s Republic of China: Legacy of the Beijing Olympics: Issues and facts: Stop Executions – China’s choice (ASA 17/029/2008)
People’s Republic of China: Legacy of the Beijing Olympics: Issues and facts: Fair trials for all – China’s choice (ASA 17/030/2008)
People’s Republic of China: Legacy of the Beijing Olympics: Issues and Facts: Respect the rights of rights defenders – China’s choice (ASA 17/031/2008)
People’s Republic of China: Legacy of the Beijing Olympics: Issues and Facts: Freedom from censorship – China’s choice (ASA 17/032/2008)
People’s Republic of China: The Olympics countdown – crackdown on activists threatens Olympics legacy (ASA 17/050/2008)
People’s Republic of China: The Olympics countdown – crackdown on Tibetan protesters (ASA 17/070/2008)
People’s Republic of China: Tibet Autonomous Region: Access Denied (ASA 17/085/2008)
People’s Republic of China: The Olympics countdown – broken promises (ASA 17/089/2008)
People’s Republic of China: Briefing for the Committee against Torture in advance of their consideration of China’s fourth periodic report, 3-21 November 2008 (ASA 17/094/2008)
People’s Republic of China: Submission to the UN Universal Periodic Review: Fourth session of the UPR Working Group of the Human Rights Council, February 2009 (ASA 17/097/2008)

I commenti sono chiusi.