Mecacci – Frattini

Pechino 2008: Mecacci: Meloni e Gasparri, non chiedano ad atleti di sostituirsi al governo che sarà a Pechino con Frattini contro la decisione del Parlamento. l’8 agosto i radicali ad Assisi
Roma, 5 agosto 2008
• Dichiarazione di Matteo Mecacci, Deputato Radicale-PD, Membro Commissione Esteri della Camera
“Mi hanno sinceramente sorpreso le parole di Maurizio Gasparri e del Ministro Giorgia Meloni che hanno chiesto agli atleti italiani di boicottare la Cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici, mentre nello stesso giorno e nella stessa occasione, il nostro Ministro degli Esteri Franco Frattini sarà presente a Pechino, peraltro contro la volontà del Parlamento. Non si può infatti chiedere agli atleti italiani di fare quello che il nostro Governo non è stato finora capace di fare, non rispettando una decisione del Parlamento.
Il 10 Luglio scorso, infatti, la Comissione Esteri della Camera dei Deputati ha approvato una Risoluzione a mia prima firma che impegna il Governo: “a non partecipare con i massimi rappresentanti politici del Governo alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi, ritenendo che tale decisione debba essere rivista solo in presenza di progressi effettivi e verificabili, anche dal Parlamento, del rispetto dei diritti umani in Cina e nella regione del Tibet, e di fronte a dei passi avanti nella definizione di una soluzione politica tra il Governo cinese e il Governo tibetano in esilio.
Se Gasparri e Meloni intendono battersi per sollevare la questione del rispetto dei diritti umani in Cina anche all’interno dell’attuale maggioranza di Governo possono contare sull’appoggio dei Radicali, ma innanzitutto occorre che inizino a farlo chiedendo al tyitolare della politica estera italiana – e non agli atleti che non hanno responsabilità istituzionali – di rispettare la volontà del Parlamento e di sollevare in ogni sede bilaterale o multilaterale la questione del rispetto dei diritti umani in Cina.
Noi Radicali l’8 Agosto, a partire dalle 11  saremo ad Assisi per una manifestazione con la comunità tibetana in Italia per ricordare al mondo che la Pace si costruisce anche dando voce a chi non la ha, e per ricordare ai politici che saranno a Pechino quello che accade davvero in Cina”.
Di seguito il testo della mozione approvata dalla Commissione Esteri della Camera lo scorso 10 luglio.
Atto Camera
Risoluzione in Commissione 7-00021
presentata da
MATTEO MECACCI
giovedì 26 giugno 2008 nella seduta n.024
La III Commissione,
premesso che:
si richiama l’approvazione, lo scorso 10 aprile, da parte di un’amplissima maggioranza del Parlamento europeo, di una risoluzione sulla situazione in Tibet;
lo scorso marzo, in occasione del 49° anniversario dell’insurrezione nazionale tibetana contro l’amministrazione cinese, vi sono state manifestazioni di massa nella regione autonoma del Tibet e in regioni limitrofe da parte di cittadini di etnia tibetana;
le autorità cinesi hanno represso con la violenza tali manifestazioni impedendo l’esercizio della libertà di manifestazione;
secondo i dati forniti dal Governo tibetano in esilio la repressione delle autorità cinesi avrebbe provocato oltre 200 morti, oltre 1.000 feriti e migliaia di arrestati, mentre secondo le autorità cinesi i morti sarebbero solo 20 e provocati dai manifestanti tibetani;
Sua Santità il Dalai Lama, in reazione a questi eventi, pur condannando il comportamento del Governo cinese, ha continuato ad appellarsi ai tibetani invitandoli «a praticare la non violenza e a non deviare da tale via, per quanto grave possa essere la situazione»;
Sua Santità il Dalai Lama ha ribadito in ogni occasione di essere contrario all’indipendenza nazionale e quindi alla secessione del Tibet dalla Cina, e invece di essere a favore di una soluzione politica che garantisca un’autentica autonomia culturale, politica e religiosa ai cittadini tibetani, e che ciò debba valere per tutti i cittadini cinesi;
a più riprese, sia il Parlamento europeo, che il Ministro D’Alema nel mese di marzo che, più di recente, il Ministro Frattini, ed altri esponenti politici europei, hanno auspicato la definizione di una tale posizione su questo tema;
in occasione del Vertice dei Capi di Stato e di Governo dell’UE svoltosi a Bruxelles non è stata discussa l’assunzione di una posizione comune da parte dei leader europei sulla partecipazione alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi e che nessun cenno a tale questione si trova nelle Conclusioni adottate dal Consiglio;
alcuni leader europei a partire dal Primo Ministro inglese Gordon Brown, hanno annunciato di non avere intenzione, o hanno espresso forti perplessità rispetto alla partecipazione alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi;
l’avvenuta ripresa dei colloqui tra le autorità cinesi e i rappresentanti del Governo tibetano in esilio è un fatto positivo che il Governo e il Parlamento italiano sostengono, ma che al momento non ha prodotto alcun progresso concreto;
le autorità cinesi hanno finora impedito l’accesso a osservatori indipendenti nella regione autonoma del Tibet e nelle regioni limitrofe, come a più riprese chiesto dall’Ufficio dell’Alto Commissario ONU per i diritti umani e dal Parlamento Europeo;
si è convinti che l’organizzazione dei Giochi olimpici a Pechino rappresenti per la Cina una straordinaria opportunità di aprirsi al mondo e viceversa, e che rappresenti un’opportunità di mantenere le promesse fatte al Comitato olimpico internazionale riguardo alla promozione dei diritti fondamentali per tutti i cinesi senza distinzione, in occasione del conferimento del compito di organizzare questo importante appuntamento internazionale;
va condannata fermamente la brutale repressione dei dimostranti tibetani avvenuta lo scorso marzo da parte delle forze di sicurezza cinesi e tutti gli atti di violenza avvenuti nelle strade di Lhasa e altrove in Tibet e si chiede la garanzia dei diritti fondamentali nei confronti di tutti i detenuti tibetani;
si invita la Cina a rispettare i propri impegni pubblici in materia di diritti umani e delle minoranze, democrazia e Stato di diritto come annunciato nella decisione del Comitato olimpico internazionale che ha consentito alla Cina di organizzare i Giochi olimpici;
impegna il Governo:
a reiterare al Governo cinese le richieste del Parlamento europeo e dell’Ufficio dell’Alto Commissario ONU per i diritti umani a favore dell’apertura di un’indagine indipendente sui tumulti e la repressione in Tibet, da svolgere sotto gli auspici delle Nazioni Unite, e a sollecitare le autorità cinesi a rivolgere un invito permanente all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo e ad altri organi delle Nazioni Unite a visitare il Tibet per monitorare il rispetto dei diritti umani;
a non partecipare con i massimi rappresentanti politici del Governo alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi, ritenendo che tale decisione debba essere rivista solo in presenza di progressi effettivi e verificabili, anche dal Parlamento, del rispetto dei diritti umani in Cina e nella regione del Tibet, e di fronte a dei passi avanti nella definizione di una soluzione politica tra il Governo cinese e il Governo tibetano in esilio.
(7-00021) «Mecacci, Zacchera, Siragusa, Motta, Vernetti, Leoluca Orlando, Castagnetti».

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